CELLAR DOOR
La traduzione di Cellar door è porta della cantina.
Lo scrittore Tolkien ha definito “cellar door“ la più bella combinazione di parole della lingua inglese. Una bellezza intrinseca, se ci si limita al suo suono, ma metaforicamente in contrasto con il suo significato. La cantina è infatti il luogo del silenzio e del nascosto, della segregazione e dell’interiore. Lo spettacolo denuncia la dilagante diffusione della violenza contro il femminile, testimonia con il linguaggio viscerale della danza i devastanti effetti dell’abuso verbale, fisico, psicologico, emotivo, sessuale sulla donna. |
Chiara Olivieri crea quattro storie parallele che si sviluppano psicologicamente in un percorso di trasformazione, premeditazione e dipendenza, che costringono la donna a scendere via via i gradini della sua “Cellar”, rimpicciolendo e segregando la sua esistenza.
Lo spettacolo presenta quanto la relazione uomo donna nella sua malattia emotiva sia in grado di umiliare, disonorare, distruggere la bellezza del mondo interiore femminile, fino all’auto abuso e alla dimenticanza di sé.
La danza ha la capacità di trasferire nell’immediato sensazioni dirette, palpabili e profonde. È in grado di far percepire la crudeltà di un gesto, di un’intenzione, di ciò che è nascosto e sottinteso.
Mostrare la violenza da uno spazio neutro scollegato dalla realtà, parallelo alla vita è un canale importante e utile per la riflessione e il riconoscimento del problema.
L’esuberanza è umiliata
La dolcezza schiaffeggiata
La sensualità svuotata
La libertà controllata.
Coreografia e regia: Chiara Olivieri
Danzatori: Marco Bissoli, Luca Ghedini, Carlotta Graffigna, Rebecca Lanzoni, Chiara Olivieri, Debora Scandolara, Andrea Schipilliti, Daniel Tosseghini.
Con la partecipazione di Gabriele Sermidi, chitarra e voce.
Spettacolo creato con il contributo del Comune di Mantova, Assessorato alle Politiche per la Famiglia e la Genitorialità, Infanzia e Adolescenza, Conciliazione e Pari opportunità.
Produzione:Danzarea e Comune di Mantova
Prima nazionale: 29 novembre 2019 - Spazio Studio Sant'Orsola, Mantova
Repliche: 5 Luglio 2020 - Palazzo Te, Mantova
Lo spettacolo presenta quanto la relazione uomo donna nella sua malattia emotiva sia in grado di umiliare, disonorare, distruggere la bellezza del mondo interiore femminile, fino all’auto abuso e alla dimenticanza di sé.
La danza ha la capacità di trasferire nell’immediato sensazioni dirette, palpabili e profonde. È in grado di far percepire la crudeltà di un gesto, di un’intenzione, di ciò che è nascosto e sottinteso.
Mostrare la violenza da uno spazio neutro scollegato dalla realtà, parallelo alla vita è un canale importante e utile per la riflessione e il riconoscimento del problema.
L’esuberanza è umiliata
La dolcezza schiaffeggiata
La sensualità svuotata
La libertà controllata.
Coreografia e regia: Chiara Olivieri
Danzatori: Marco Bissoli, Luca Ghedini, Carlotta Graffigna, Rebecca Lanzoni, Chiara Olivieri, Debora Scandolara, Andrea Schipilliti, Daniel Tosseghini.
Con la partecipazione di Gabriele Sermidi, chitarra e voce.
Spettacolo creato con il contributo del Comune di Mantova, Assessorato alle Politiche per la Famiglia e la Genitorialità, Infanzia e Adolescenza, Conciliazione e Pari opportunità.
Produzione:Danzarea e Comune di Mantova
Prima nazionale: 29 novembre 2019 - Spazio Studio Sant'Orsola, Mantova
Repliche: 5 Luglio 2020 - Palazzo Te, Mantova